Un vetro che sembra carta: è la materia prima di Cartoccio, il vaso firmato Pietro Chiesa

Un’unica materia prima – il vetro – viene lavorato artigianalmente fino ad ottenere un pezzo unico. È Cartoccio: il vaso disegnato dal maestro Pietro Chiesa nel 1932 e ancora oggi nella collezione FontanaArte. Il corpo del vaso si apre verso l’alto con un movimento asimmetrico a onde, che ricorda il comportamento di un foglio di carta… a cui si ispira il nome “Cartoccio”. È pensato per ospitare un mazzo di fiori: ciascuna curvatura accoglie uno stelo, formando un’equilibrata composizione d’insieme. La sua forma è il risultato di uno speciale processo produttivo, in cui un foglio di vetro ammorbidito dalle alte temperature viene lavorato artigianalmente, curvatura per curvatura. È per questo che ogni Cartoccio è un pezzo davvero unico.

Un solo materiale e un solo segno: gli ingredienti essenziali del tavolino Fontana

L’azienda si è dotata di un forno speciale – unico in Italia – per la produzione di lastre di vetro di qualsiasi curvatura. Gio Ponti si ispira alle potenzialità tecniche di questi macchine – estremamente innovative, all’epoca – per progettare Fontana, che diventa un’icona del tavolino da salotto, anche per le future generazioni. Il design di Fontana è essenziale: un unico segno curvato ai due lati, a formare i sostegni del piano d’appoggio. Unico è anche il materiale impiegato: una spessa lastra in vetro molato, simbolo della storia produttiva dell’azienda.

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